Liberati dalla schiavitù delle emozioni e scegli come vuoi sentirti oggi

da | Neuroscienze

Ci sono dei momenti nella vita in cui ci si sente in un frullatore, governati dalle emozioni e incapaci di prendere le redini. La buona notizia è che è sempre possibile scegliere come comportarsi con le emozioni che si provano. 
Ovvero: è in tuo potere il decidere come sentirti. Anche se i transiti astrologici ti sono contrari, anche se ti sembra che tutte le sfighe si siano condensate in un temporale sulla tua testa, puoi ritrovare la serenità e la lucidità con un gesto consapevole e con la Volontà.

Semplice? Sì.
Facile? No, ma niente è facile all’inizio, però basta iniziare.

È tutto un gioco di piste neuronali. Come le piste polistil con cui si giocava decenni fa, in cui le macchinine erano agganciate ad una e un’unica scia. Un binario senza possibilità di muoversi diversamente.
Così il nostro cervello, che racchiude biologicamente la nostra essenza, ci costringe ad essere le abitudini che siamo. Ripercorre sempre lo stesso percorso, e c’è un motivo meccanico per questo: l’energia degli impulsi segue la strada che è abituata a fare, quella che oppone meno resistenze perché è già segnata. Come noi quando andiamo al lavoro la mattina, stesso semaforo, stessa svolta a destra, parcheggio. Ogni mattina. Automaticamente.
Ne parlo anche qui, in questo articolo su come cambiare abitudini.

 Accendere nuovi percorsi

Però, con un gesto di volontà, possiamo scardinare questo meccanismo e non lasciare che i nostri comportamenti siano legati a percorsi segnati, possiamo crearne ed accenderne di nuovi. Si tratta di illuminare una nuova pista neuronale, di aprire una nuova via, sia metaforicamente che neurofisiologicamente. È come percorrere un sentiero nel bosco mai battuto prima: dopo alcuni passaggi si inizia a riconoscere il percorso calpestato, inizia a formarsi un nuovo sentiero.

Scrivere con la sinistra, un esempio

Ad esempio, i destrimani che si cimentano con l’imparare ad usare la mano sinistra creano nuovi percorsi che si formano accompagnando l’implementazione di questa nuova abilità. Le prime parole scritte saranno degli sgorbi ma, mano a mano che ci si esercita, si prenderà confidenza e presto la calligrafia diventerà comprensibile. Non perché la mano si sia abituata a tenere la penna, ma perché il cervello ha stabilizzato la nuova attività e i circuiti che regolano la mano sinistra ora sono più solidi e attivi, sono state generate nuove connessioni relative alla mobilità della mano sinistra. È ormai noto che chi subisce lesioni cerebrali anche importanti può, con pazienza ed accompagnamento adeguato, ripristinare le funzioni perdute, in quanto altre parti del cervello imparano a gestire le funzioni dell’area lesa. 

Usare il cervello per cambiare è semplice ma non facile  

Ci vuole Volontà per scardinare le abitudini e apportare un cambiamento e no, non è facile. Ci vogliono disciplina e costanza. È come voler conquistare un fisico tonico: non basta una seduta in palestra. Bisogna ripetere, e ripetere, e ripetere. E diventa sempre più facile e divertente. Anche se all’inizio pare una mission impossible. Sembra ci vogliano tra i 21 e i 30 giorni per sedimentare una pista neuronale e verificare il cambiamento.

In tutte le Tradizioni se ne parla, Gurdjeff e la Cabala sono forse i maestri più specifici. Anche nel glifo dell’Albero della Vita la prima sfera è quella della Volontà. Un gesto creatore unico da cui parte tutto il processo.

 

L’esercizio base della Mindfulness per cambiare

C’è una pratica che è alla base del cambiamento, ed è nota ai più come Mindfulness, nasce dalla Vipassana. Non è nulla di che. Si tratta di restare seduti mezz’ora senza fare null’altro che osservare il proprio respiro. Senti l’aria che entra nel naso ed esce. Osserva la differenza tra inspirazione ed espirazione. L’aria è più fresca o più calda? Umida o secca? Ecco, tutto qui.
Facile? Prova. Inizierai ad avere mille pensieri e ti verranno alla mente duemila cose da fare, ma tu devi restare lì ad osservare il respiro. Ti innervosirai. Pazienza. Resta lì ad osservare il respiro e ad osservare la tua sensazione di nervoso. Arrivano i pensieri, accoglili e torna ad osservare la tua respirazione.

Come il cervello si auto-guarisce

In questo stato mentale, il cervello modifica completamente il suo funzionamento, cambia l’emissione delle onde cerebrali, che passano da beta ad alfa. Quando si trova in questa condizione di “standby”, il cervello attiva il suo processo di autoguarigione. Infiniti sono gli studi e le statistiche che parlano di modifiche fisiologiche importanti: il rimuginio si riduce di molto, le vocine che ci tormentano quasi spariscono, il sistema nervoso modifica le sue iperattivazioni come ansia e panico. Innumerevoli sono i benefici, in primis quello dell’aumento della propria consapevolezza e la padronanza del proprio stato emotivo: sai sempre cosa stai provando e se l’emozione è congrua a ciò che sta accadendo o meno. E quando sei consapevole di quello che stai provando ti accorgi sempre più spesso che non ha nessun senso, che l’emozione è fuori luogo o non congrua ma che nasce da una ferita. Ed accade una sorta di miracolo per cui ti accorgi improvvisamente che non puoi più soffrire per una cosa che non esiste in quel momento. Questo è il famoso qui e ora

Mi ripropongo di approfondire l’argomento quanto prima!

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RIVISTA APERIODICA
DI VIAGGI INTERIORI

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